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Finanza e Private Equity - Coffee Chat con Jody Vender

di Manuel Taglieri e Federico Brambilla | Mentee di Mentors4u

Il 29 febbraio abbiamo avuto la possibilità, insieme a diversi altri Mentee della Comunnity, di partecipare ad una Coffee Chat organizzata da Mentors4u con il Dott. Jody Vender, un decano del Private Equity in Italia. Laureatosi all’Università Bocconi di Milano nel 1974, fonda nel 1978 la So.Pa.F., una finanziaria quotatasi poi in Borsa che portò in Italia, tra i primissimi soggetti, il concetto di Private Equity. La società è stata attiva anche nel settore della finanza aziendale, dei mercati dei capitali, dell’intermediazione e dell’investimento immobiliare.

Attualmente il dott. Vender ricopre, forte della sua esperienza di quasi 50 anni nel mondo finanziario, il ruolo di advisor in prestigiose società di gestione del risparmio e di intermediazione mobiliare italiane.

Il Dott. Vender ha accolto il gruppo di Mentee nei suoi uffici a Milano ed ha risposto alle loro domande in merito al futuro del Private Equity ed al ruolo che le nuove generazioni ricopriranno all’interno delle realtà che operano in questo settore. In questo articolo riportiamo i principali temi trattati durante la discussione. 

Verticalizzazione delle competenze

Il dott. Vender ha evidenziato come il mercato del PE italiano sia ormai un mercato maturo, concentrato sui buy-out e con una maggior difficoltà, in un mercato ormai efficiente, nell’individuare opportunità di investimento particolarmente vantaggiose. L’aumento della competitività del settore insieme all’aumento dell’incertezza legata agli avvenimenti degli ultimi anni, rendono necessaria una maggior specializzazione delle competenze da parte dei fondi in diversi settori per selezionare le opportunità di maggior valore. In uno scenario economicamente imprevedibile, ridurre il divario informativo tra investitori e aziende target riduce l'incertezza e consente la pianificazione di strategie di investimento più resilienti alla volatilità del mercato.

L’impatto dei tassi di interesse

L’aumento dei tassi d’interesse ha causato, negli ultimi mesi, una leggera perdita di appetito per il settore a causa del minor premio per il rischio. A parità di premio sarebbero infatti richiesti oggigiorno rendimenti annualizzati tra il 15% e il 20% per essere competitivi rispetto al tasso risk-free, un obiettivo non facilmente raggiungibile. Il Private Equity ha, dunque, registrato un significativo calo del 60% del buyout Deal Value rispetto ai picchi del 2021. Fondi ed investitori sembrano dunque in attesa di un miglioramento delle condizioni del mercato e di un regime dei tassi più favorevole. Secondo il dott. Vender il mercato italiano evolverà in correlazione alla crescita economica del Paese, in un contesto comunque di concorrenza in aumento. Se l’Italia riuscirà a crescere, in termini di PIL, più di altre economie, l’interesse dei fondi sia italiani che esteri sarà inevitabilmente crescente.

Un business scalabile ed un‘opportunità per i giovani 

Infine, il dott. Vender ci ha dato alcuni importanti consigli di carriera, sconsigliando un ingresso immediato in questa industria, ma auspicando invece un passaggio attraverso altri settori quali la banca d’investimento o la consulenza direzionale, per poi sbarcare nel mondo del PE con un profilo più senior. Con le giuste basi il Private Equity diventa un percorso che ha una curva di apprendimento ripida e che offre opportunità di crescita molto favorevoli: si tratta di un business fortemente scalabile, all’interno del quale si procede gestendo fondi di dimensioni crescenti e lavorando parallelamente su più aziende. Sarà poi il giovane a decidere, in base all’esperienza maturata ed ai risultati ottenuti nell’arco della sua carriera, se diventare imprenditore e cercare di lanciare la propria proposta di valore attraverso una nuova società di gestione. 


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